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2 dicembre 2015

INTERVISTA - Marco Ternavasio e The Order of Guardians – L’ombra del Male

Nuovo autore nel salotto virtuale di Peccati di Penna: Marco Ternavasio.

Marco Ternavasio nasce a Savigliano l'8 maggio del 1991. Ha abitato nella stessa città sino a 19 anni prima di allontanarsi per motivi di lavoro. Ha raggiunto il traguardo del Diploma di Maturità nel 2010, conseguito presso l'Istituto Tecnico per Geometri "M. Eula" di Savigliano. Oltre allo studio, si dedica allo sport, praticando arti marziali di vario tipo e normale attività fisica in palestra.
Le sue passioni sono diverse: viaggiare (apprendendo cose nuove a ogni occasione,organizzare gite e giri in moto con gli amici, mantenersi in allenamento ed in particolare leggere libri fantasy, thriller e di avventura. E' stata proprio questa sua passione per la lettura a suscitare in lui la curiosità per il mondo della scrittura. Ha cominciato a scrivere le prime pagine del libro L’ombra del Male all’incirca due anni fa, riprendendo un vecchio lavoro che aveva iniziato (insieme ad altri amici) all’età di sedici anni, ma mai arrivato a un’evoluzione consistente. L’intera saga di The Order of Guardians è nata grazie ad un complesso lavoro di fantasia nel quale è stato supportato dal suo amico Gianluca Calabrese. Dopo molto impegno e tante notti insonni il risultato è stato il primo libro L’Ombra del Male. Per riuscire a realizzare questo lavoro, nel suo tempo libero si è dedicato alla lettura di numerosi libri fantasy, di avventura e azione, soffermandosi su quegli autori che utilizzavano uno stile che si avvicinasse il più possibile ai suoi gusti e apprendendo, il loro modo di scrivere e di creare quei mondi nei quali la mente spazia durante la lettura. La realizzazione di quest’opera letteraria è stato anche un modo personale di affrontare un periodo un po’ particolare della sua vita, costruendo una realtà fantasy che si è concretizzata poi in The Order of Guardians. La scrittura è stata, in un certo modo, la sua “ancora”. L’idea originale non prevedeva una pubblicazione e diffusione di questo manoscritto, poiché era il frutto di un suo hobby, ma quando alcuni amici e parenti sono stati incuriositi da questa passione, gli hanno consigliato di provare a pensare di diffonderlo. Si sono adoperati leggendo la storia e fornendogli vari suggerimenti e spunti per migliorarla manifestando il loro costante entusiasmo per l’opera e per quanto The Order of Guardian riuscisse a coinvolgere e a trasportare il lettore nel suo universo fantasy.


Quando hai scoperto la passione per la scrittura?
Posso dire di aver scoperto la passione per la scrittura in un periodo un po’ particolare della mia vita, quando ho dovuto cercare quel “qualcosa” che mi permettesse di realizzare me stesso. La scrittura mi aiuta a rilassarmi, a invogliare la mente a creare sempre qualcosa di nuovo e che possa contribuire a originare una storia che possa catapultare il lettore in quel vorticoso flusso di eventi che costringono lo stesso a rimanere con lo sguardo incollato al testo.

Qual è stato il tuo primo testo?
Il mio primo testo è proprio The Order of Guardians – L’Ombra del Male. Ho iniziato a scriverlo quando ero poco più che un adolescente, ma non avevo mai portato il lavoro ad uno sviluppo sostanziale, dovendomi fermare per impegni scolastici e lavorativi. Quando ho ripreso in mano il progetto, ho demolito parte delle basi sulle quali si fondava per dare forma a qualcosa di più elaborato e, spero, avvincente.

Quale genere letterario ti è più affine? Quale invece non riesci a leggere e/o a scrivere?
Il genere letterario che mi è più affine è il fantasy. Adoro i vari mondi che molti scrittori
hanno creato con la loro immaginazione. Ognuno di questi ha caratteristiche uniche, che lo rendono speciale e degno di essere scoperto.

Per quanto mi riguarda, non c’è un genere che scarto a priori durante la scelta di un buon libro da leggere: cerco di informarmi da chi ha già letto un titolo a cui sono interessato, dalle varie recensioni che si possono trovare on line o sulle riviste, mi baso anche su eventuali opere già scritte dal medesimo autore. Ogni storia, a prescindere dal genere letterario cui appartiene, se è ben strutturata ed articolata in modo da tenere viva la curiosità del lettore, senza tediarlo con un linguaggio troppo complesso e/o particolareggiato, può essere abbracciata anche da una persona che non avrebbe mai pensato di leggere quel determinato libro. In altre parole, cerco sempre di non pormi dei limiti nelle mie scelte.

Come è stato il tuo percorso verso la pubblicazione?
Quando ho cominciato ad arrivare a un punto significativo nella stesura della storia di The Order of Guardians, i miei familiari e alcuni miei amici, incuriositi da questo mio hobby (molti sono rimasti stupiti quando ho detto loro che ho scritto un fantasy) mi hanno suggerito l’idea di provare a pubblicare il mio lavoro. All’inizio ero molto scettico e, in buona parte, geloso di quello che avevo creato. Non pensavo che il frutto della mia immaginazione potesse interessare anche qualcun altro poiché, per me, questa realizzazione è stata un modo per “evadere” da una difficile situazione personale che si era venuta a creare.
Ciononostante, dopo continue riflessioni, ho deciso di provare la via del self publishing. Come spesso accade, però, un principiante può essere sopraffatto da un universo che non conosce ed io, da novizio, continuavo a vedere il mio operato smarrito nell’immensa biblioteca degli store digitali. Solo dopo l’interessamento di Inspired Digital Publishing ho cominciato a nutrire una nuova speranza di vedere la mia storia diffondersi nella rete. È una strada che abbiamo iniziato insieme e spero possa portarci a ottenere buoni risultati.

Come è nata l’idea di The Order of Guardians – L’ombra del Male? Cosa ti ha ispirato?
È nato tutto come un gioco quando, a sedici anni, alcuni miei amici e io abbiamo avuto l’idea di provare a mettere su carta le nostre fantasie. Eravamo un gruppo che adorava i giochi fantasy, i film epici come Il Signore degli Anelli e volevamo provare a creare il nostro mondo.
Ripresa in mano la prima bozza però, mi sono subito reso conto che la storia era troppo acerba.

Dopo alcune esperienze di vita che ho maturato e, con una visione un po’ più “adulta” del mondo, ho provato a riformulare le idee con il mio amico Gianluca Calabrese, con il quale sono letteralmente cresciuto. Mi ha aiutato a sviluppare l’intricato svolgersi degli eventi che si susseguono nella storia. Ogni volta che ci trovavamo a un nuovo step, cominciavamo a farci mille domande su come avremmo potuto fare per sviluppare il racconto. Sapevamo dove volevamo arrivare, ma il compito di mettere tutte queste idee su carta non era affatto facile ed ha richiesto innumerevoli correzioni e rivisitazioni.

Quanto c’è di te in questo testo?
In questo testo c’è tutto me stesso. Ho dedicato notte e giorno allo sviluppo di questo racconto. In qualche modo, è un po’ la trasposizione della mia personalità, estesa ai personaggi e agli eventi che modellano la storia della Terra dei Quattro Venti. In questo libro, c’è anche un po’ del mio amico Gianluca, al quale ho voluto dedicare una parte importante della storia stessa, sotto forma di articolata metafora.

Hai mai affrontato il “blocco dello scrittore”? Come lo hai superato?
Ci sono state delle volte in cui ho avuto questo “blocco dello scrittore”, ma la mia vita mi ha insegnato che, in alcuni casi, occorre prendere un bel respiro, fare qualche passo indietro e ripensare a ciò che si è fatto, prendendosi il tempo necessario per ritrovare la grinta di andare avanti. Quando le parole non uscivano dalla mia mente, sospendevo tutto e mi dedicavo alle altre passioni, senza dare troppo peso al lavoro che non ero riuscito a completare.

Cosa vuoi comunicare con il tuo The Order of Guardians – L’ombra del Male?
Con The Order of Guardians – L’Ombra del Male, vorrei trascinare il lettore in un mondo misterioso, dove i personaggi stessi non sono legati alle classiche “catene” che lo stile fantasy spesso impone, rendendo lo stesso concetto di buono e cattivo meno evidente. Per spiegarmi meglio, ho cercato di fare in modo che il lettore si ponga la domanda“Ma da che parte sarebbe più giusto stare?”.
Spero di essere riuscito a creare qualcosa che possa davvero stimolare il lettore, portandolo a dubitare delle sue scelte e convinzioni sui due schieramenti sino alla fine del romanzo.

Cosa pensi del Self-Publishing?
Sono dell’idea che il Self-Publishing sia un buon modo per permettere, a chi non possiede i contatti giusti nel mondo dell’editoria, di esordire nel mondo della letteratura. È vero che si corre il rischio di incappare in persone che non hanno idea di cosa stiano facendo (testi scritti male, poco curati, copie rivisitate di altre grandi storie), ma c’è anche una buona parte di talenti nostrani che, se non facessero così, non avrebbero mai l’opportunità di far conoscere ad altri il proprio operato.

Io mi ritengo molto fortunato ad aver incrociato gli interessi dei ragazzi di Inspired Digital Publishing, ma altri scrittori e scrittrici non sono stati altrettanto favoriti dalla sorte e vedono la loro opera (magari molto promettente) vagare nel calderone degli “autori auto pubblicati”.

Il nostro mercato letterario, inoltre, non è sviluppato ed in continuo fermento tecnologico come quello statunitense, dove la maggior parte dei lettori utilizza i supporti digitali di ultima generazione (e-reader, tablet, smartphone) per leggere le storie che vengono proposte dai vari store.

In Italia, il formato più diffuso è ancora il cartaceo e, purtroppo, è diventato un privilegio riuscire a pubblicare, tramite Casa Editrice, senza che venga chiesto un contributo economico all’autore: scelta che trovo sbagliata.

Come per tutte le cose, soprattutto in Italia, ci vorrà del tempo prima che questo nuovo modo di pubblicare possa prendere piede nella nostra cultura, ma sono sicuro che non dovremo attendere molto perché ciò accada. Ormai, i supporti digitali sono diventati parte integrante della nostra società, spetta a noi utilizzarli in maniera costruttiva e non “distruttiva”.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per quanto riguarda l’ambito letterario, sto cercando di sviluppare delle trame per un nuovo racconto, ma è ancora tutto “in cantiere” e voglio prendermi il giusto tempo per elaborare nuove idee. Dopo tutto chi va piano, va sano e va lontano.

Grazie a Marco Ternavasio per averci dedicato il suo tempo. In bocca al lupo e buona scrittura!

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