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17 aprile 2018

RECENSIONE - Warcross di Marie Lu | Edizioni Piemme

Dopo Ready Player One più concentrato sugli anni '80 e sul mondo nerd che sulla storia, non ero pronta a un romanzo simile ma per fortuna mi sono buttata nella lettura di Warcross che nonostante parli di mondi virtuali è molto diverso dal romanzo di Cline e il modo in cui è scritto, in cui la storia è narrata, l'ho nettamente preferito perché si dedica più ai personaggi e alle vicende, che poi sono le cose che maggiormente mi interessano in un libro al di là delle citazioni che mi fanno piacere ma non devono eccedere perché non sempre utili ai fini della storia.

La protagonista di Warcross è Emika Chen, una ragazza rimasta orfana e squattrinata che per raccimolare soldi fa la cacciatrice di taglie.
Il suo personaggio è molto caricato, nel senso che Emika è giovanissima e oltre a fare un lavoro assurdo per la sua età è un genio autodidatta, ispirata dal suo idolo Hideo Tanaka creatore di  Warcross e di un meccanismo chiamato Neuro Link che non solo permette di vivere in un mondo immaginario ma riesce a unire il mondo virtuale a quello reale. Emika nonostante sia la classica protagonista ipercapace, mi piace, mi è piaciuta da subito perché forte e seppur piena di dolore non si piange mai addosso anche se nel suo cuore conserva dei ricordi meravigliosi e malinconici del padre che ogni tanto evoca e quindi ritroviamo nella narrazione. Questi ricordi ammorbidiscono il suo personaggio che risulta sempre duro, ma è bello vederlo evolvere e aprirsi ai sentimenti, alle amicizie e all'amore. 
Cos'è  Warcross, be' io lo definirei come lo sport dell'universo virtuale creato da Hideo che si fonda un po' sul ruba bandiera e un po' sui giochi d'avventura a livelli che popolano console e PC... ah sì, e anche un po' Hunger Games perché per prendere la "bandiera", ovvero la gemma della squadra avversaria, capita di ammazzare, seppur virtualmente, gli altri giocatori. Nel romanzo si assiste da vicino a tre partite: la prima, la terza e la finale, quindi non assistiamo a tutto il campionato ma solo agli eventi che danno un apporto alla storia.

Warcross di Marie Lu ha sicuramente componenti originali, ma non manca di piccole prevedibilità.

Ho apprezzato l'ambientazione diversa dal solito, quella di una Tokyo futuristica, e ho apprezzato la lieve contaminazione orientale del romanzo. Io sono riuscita a vederla nella mia mente. E ho apprezzato soprattutto il bilanciare il contesto online con quello offline.

A parte Emika e Hideo gli altri personaggi sono piuttosto marginali, presenti ma non particolarmente approfonditi,  anche se sul finale alcuni si riscattano ed entrano più in gioco. Spero che nel seguito del romanzo abbiano più spazio e riescano a emergere maggiormente.
La lettura è scorrevole, semplice da seguire, e il ritmo è buono, ben dosato, nè troppo lento nè troppo spedito.  

Purtroppo  Warcross non è autoconclusivo e sono rimasta maliiiiiissimo nel non avere la conclusione a portata di pagine, ma solo perchè presa bene dal romanzo che si conclude proprio nel momento in cui la curiosità a 1000! Ora mi tocca aspettare il seguito per capire come si svilupperanno le cose e se qualcuno, di cui non faccio il nome, tornerà alla ragione.

TRAMA

C'è ancora gente convinta che Warcross sia un gioco stupido. Certi, invece, lo considerano una rivoluzione. Per me, e per altri milioni di persone, è l'unico metodo infallibile per dimenticare i propri guai. Oggi ho perso una taglia ed entro un paio di giorni non avrò più un posto dove vivere... ma stasera posso unirmi agli altri, inforcare gli occhiali e godermi la magia.

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